“Stai attento!”
“Se solo stessi un po’ più attento…”
Quante volte ripetiamo queste frasi ai bambini, magari con tono di rimprovero? Ma siamo proprio sicuri che sappiano che cosa significhi stare attenti? E soprattutto, siamo sicuri che abbiano qualche idea su come farlo?
La Mindfulness per bambini si colloca in questo campo inesplorato: tra una richiesta che viene posta spesso ai piccoli e il loro concreto bisogno di imparare a soddisfarla.
Chiedete cos’è l’attenzione ai bambini
Se chiedete ad un bambino che cosa significa stare attenti quasi sicuramente vi risponderà che è qualcosa che ha che fare con la scuola: stare attenti alla lezione, non distrarsi quando si fanno i compiti o le verifiche e via dicendo.
Perchè queste risposte “stereotipate”?
Innanzitutto perchè parliamo di attenzione quasi esclusivamente a scuola, relegandola al serioso campo dell’obbligo e dello studio.
In secondo luogo perchè ne parliamo ai bambini solo quando viene meno e spesso ultilizzando il rimprovero. Tiriamo in causa l’attenzione solo quando è assente (o così diciamo) e al suo posto arriva la distrazione. Così “stai un po’ attento!” diventa un noioso e trito mantra che presto fa venire la pelle d’oca a tutti i bambini (e anche a genitori ed insegnanti).
Cos’è la distrazione?
Cosa significa distrarsi se non dirigere l’attenzione verso un altro oggetto? Chiunque sia stato a scuola sa che si può essere molto attenti ai nostri oggetti di distrazione: al gioco con il compagno di banco o al fantasticare su ciò succederà dopo le lezioni. Questo non è un modo per legittimare le distrazioni, ma una puntualizzazione importante per capire come funzione l’attenzione.
Come funziona l’attenzione e cosa c’entra la Mindfulness
L’attenzione va e viene. Non è un fenomeno statico ma è un flusso dinamico, in continuo movimento.
Grazie alle pratiche di Mindfulness esercitiamo la capacita di stare attenti e soprattutto quella di “ritornare” attenti. Esattamente come esercitiamo i muscoli con l’attività sportiva.
Le pratiche di consapevolezza permettono ai bimbi di imparare a monitorare la loro attività mentale. Non solo li aiutano ad imparare ad poggiare l’attenzione su un particolare oggetto ma permettono di seguire la costante danza della mente nel:
- Portare l’attenzione a un oggetto (corpo, respiro)
- Accorgersi quando l’attenzione vaga
- Riportare l’attenzione all’oggetto di pratica
Tutto questo viene proprosto sotto forma di gioco, utilizzando narrazioni e metafore: i bambini non si accorgono nemmeno di esercitare preziose capacità, cruciali a scuola e in molti altri ambiti delle loro vite!
L’attenzione non esiste solo a scuola
La capacità di prestare attenzione è centrale per imparare molte cose e certamente appare strettamente legata all’ambito scolastico. Tuttavia i bambini trovano questa notizia qualcosa di sconcertante: l’attenzione non esiste solo a scuola!
Per gli adulti sarà scontato ma per i piccoli è importante ricordare che la loro attenzione funziona anche quando giocano al loro gioco più bello, seguono il loro animaletto che cammina per casa, ascoltano la loro canzone preferita. Perchè lì sono naturalmente motivati a stare con quell’oggetto.
Un’altra affermazione risulta strabiliante per i bambini:
Tutti sanno stare attenti
Tutti sanno stare attenti! Certo, a volte non sembra, perchè l’attenzione va e viene (e a volte vaga molto). Dobbiamo solo capire quando si perde e imparare come riprenderla.
E quante più volte percorriamo questo strada, tanto più è facile ritrovarla. E’ come battere un sentiero nell’erba alta, sarà più semplice tornarci. Ed è proprio così che funzionano la mente e il cervello.
© Daniela Rosadini, 2018
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