Piccole ricette sull’amore
Questa rubrica vuol essere un accompagnamento per iniziare a “praticare” l’amore. Ossia per muoversi in quelle pratiche di meditazione o contemplazione che possono espandere la nostra capacità di provare affetti positivi, che possono migliorare la nostra consapevolezza di come si stabilisce una connessione relazionale e, soprattutto, come si mantiene.
Perché le emozioni sorgono spontanee ma, nello stesso tempo, possono anche venir coltivate e rafforzate nella nostra vita attraverso la consapevolezza e la pratica.
Partire dalla self compassion
Iniziamo con tre file audio, già presenti nella Playlist Mindfulness ed Emozioni: Cullare il cuore, Self Compassion Breathing e Addolcire, confortarsi, aprire. Ciascuno di questi tre file audio fa parte di un protocollo Mindfulness based.Cullare il cuore è una meditazione ideata da Saki Santorelli, attuale Presidente del Center for Mindfulness. Le altre due pratiche fanno parte del protocollo di Mindfulness Self Compassion, ideato da Kristin Neff e Richard Germer. Possono essere usate con regolarità come strumenti di approfondimento della nostra capacità di self compassion.
Provare compassione significa essere toccati dalla sofferenza degli altri, senza evitare il contatto e senza distaccarsi in modo da lasciar emergere un sentimento di comprensione, gentilezza e desiderio di cura. Provare compassione significa anche offrire un atteggiamento di comprensione non-giudicante nei confronti degli errori che vengono visti nel contesto della condivisione dell’umana fallibilità.
Di converso provare compassione nei confronti di se stessi significa essere aperti nei confronti della propria sofferenza, senza evitarla o senza disconnetterci, con il desiderio di alleviarla e di curarci con gentilezza. La compassione verso se stessi comprende anche il guardare con un atteggiamento di non giudizio la propria inadeguatezza e i propri fallimenti in modo da comprendere la propria fallibilità nel più largo contesto dell’esperienza umana.
Anche se molte teorie psicologiche mettono in guardia nei confronti dei pericoli derivanti da un atteggiamento eccessivamente egocentrico, in realtà spesso, anche proprio coloro i quali soffrono di egocentrismo, sono accompagnati da un dialogo interiore aspro e aggressivo nei confronti di se stessi. Essere capaci di provare compassione nei confronti di se stessi migliora anche la capacità di provare compassione nei confronti degli altri.
Proseguire con la pratica di metta
Una delle pratiche centrali dei protocolli MBSR – e della tradizione vipassana theravada – è la pratica di metta o lovingkindness, che tradotto significa la pratica di gentilezza amorevole.
È significativo che quando pratichiamo Metta, cominciamo col dirigerla verso noi stessi. Questa è la base per essere capaci di offrire amore autentico agli altri. Quando amiamo veramente noi stessi, vogliamo prenderci cura degli altri, perché questo è ciò che più ci arricchisce e nutre. Quando abbiamo una vita interiore autentica, quando siamo vicini a noi stessi e agli altri, la visione profonda del nostro mondo interiore ci permette di unirci a tutto ciò che ci circonda, così che possiamo vedere chiaramente l’unità di tutto ciò che vive, comprendendo che tutti gli esseri vogliono raggiungere la felicità e che questo impulso ci unisce. Possiamo riconoscere la validità e la bellezza del comune desiderio verso la felicità e realizzare l’intimità sulla base di questo desiderio universale.
© Nicoletta Cinotti 2016
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