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In classe si respira un teso silenzio, ognuno con gli occhi incollati al proprio foglio. Sul banco una pagina quasi bianca, le uniche frasi scritte sono domande a cui trovare una risposta. A volte l’agitazione, l’ansia e la paura crescono ed è difficile comprendere le richieste delle verifiche, non si riescono a richiamare alla mente tutte le informazioni studiate o a rielaborarle in modo adeguato.

Anche quest’anno il periodo della pagelle si avvicina e le verifiche si affollano a più non posso. Gli stimoli a cui bambini e ragazzi devono rispondere sono molti: il carico di lavoro aumenta e così le situazioni di verifica degli apprendimenti.

Credo che per ciascun adulto sia piuttosto facile ricordare quanto l’ansia e l’agitazione che accompagnano le situazioni di performance possano compromettere le prestazioni alle verifiche scolastiche. Chi non ha mai “fatto scena muta” anche dopo aver studiato?

“A casa lo sapevo fare!”

Questa era la scritta nello studio di un simpatico insegnante di chitarra.

Infatti quando emozioni come ansia, paura, allarme affiorano in noi può essere difficile prestare attenzione ad un compito con la tranquillità necessaria per comprenderlo e farvi fronte. È un processo fisiologico: lo stretto rapporto tra processi cognitivi ed emotivi fa si che quando arrivano certe emozioni e superano una certa soglia d’intensità, venga meno chiarezza e lucidità di pensiero.

Perché?

L’evoluzione della specie ci ha lasciato dei “simpatici” residui. Di fronte ad uno stimolo che percepiamo come minaccioso si attivano delle risposte che mettono in allerta il corpo e la mente, proprio come se dovessimo scappare da un predatore. Così il battito cardiaco aumenta, insieme alla pressione e alla tensione muscolare. Per i nostri antenati non sarebbe stato utile continuare ad affilare il loro osso in caso dell’avvicinamento di un animale feroce. Certo, quando il pericolo è la verifica di matematica correre fuori dalla classe non è di sicuro la reazione più adattiva che ci sia! Tuttavia di fronte a ciò che percepiamo come pericoloso le reazioni psicofisiche che si attivano in noi sono le stesse dei nostri antenati.

Le ragioni per cui la verifica viene considerata una vera e propria minaccia possono essere le più disparate: forse è l’ultima chance per salvarsi dall’insufficienza, forse si teme la reazione dei genitori o della prof di fronte a un brutto voto, oppure il risultato è strettamente legato al valore personale percepito.

Consigli Mindful prima delle verifiche

Nessuno possiede una formula magica per porre fine all’ansia da verifica o da esame. E non sarebbe neanche utile: una certa dose di attivazione aiuta ad affrontare meglio le prove. Ma cosa fare quando l’ansia è così elevata da compromettere i risultati scolastici?

Ecco alcuni piccoli passi da sperimentare di fronte alla temuta prova:

  1. Prendi una posizione comoda, con la schiena dritta ma non rigida. Come se un filo immaginario che parte dalla nuca ti tirasse su dall’alto, lasciandoti con una postura eretta ma morbida. I piedi sono appoggiati a terra, le mani sulle ginocchia.
  2. Chiudi gli occhi o abbassa lo sguardo e porta l’attenzione all’interno. Per qualche secondo prendi contatto con tutte le sensazioni fisiche ed emotive che emergono. Magari il battito del cuore è accelerato, lo stomaco si chiude, e via così. Nota tutto quello che c’è. Non è mai una buona idea tagliare fuori l’esperienza del momento presente, è più utile prenderne consapevolezza, evitando di lasciarsi trascinare.
  3. Porta l’attenzione alle sensazioni di appoggio dei piedi a terra. Alle sensazioni di appoggio della seduta. Prendi contatto con il senso di stabilità della posizione, con i punti che ti tengono ancorato al pavimento e alla sedia. Stai lì qualche secondo. Prendi consapevolezza del sostegno del pavimento sotto ai tuoi piedi, della forza di questo sostegno.
  4. Allarga il centro dell’attenzione, torna ad osservare tutto quello che c’è dentro di te. Nota se ci sono stati dei cambiamenti nella qualità del respiro, nelle sensazioni corporee, nello stato emotivo attuale e preparati a riaprire gli occhi..

Certo non è la soluzione a tutti i mali ma puoi provare a vedere se è utile per te o un utile suggerimento per i tuoi figli!

Per avere più informazioni sui programmi di mindfulness per bambini e adolescenti clicca qui  o contattaci su mindfulnessinfamiglia@gmail.com

Photography by Flickr Evolution Lab

© Daniela Rosadini, 2018

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