Mindfulness, bambini e attenzione
Seduti in cerchio, gambe incrociate, occhi dolcemente chiusi. Un lungo suono di campana e arriviamo qui, nel momento presente.
Iniziamo a portare l’attenzione sul respiro e a notare in quale parte del nostro corpo riusciamo meglio a sentirlo. Possiamo mettere una manina sotto il naso, se ci va, e percepire l’aria che entra ed esce dalle narici; o portarla sul petto e sulla pancia, osservando con curiosità i movimenti dolci del corpo.
Un ultimo rintocco di campana e il silenzio si dissolve. Abbiamo appena concluso la nostra prima meditazione sul respiro: pochi minuti per iniziare a familiarizzare con uno strumento magico, che useremo d’ora in poi come un’ancora.
I bimbi, al loro arrivo sempre un po’ timidi e spaesati, sono ora impazienti di condividere. Ognuno di loro ha notato qualcosa di straordinario, semplicemente prestando attenzione. Le loro impressioni affiorano come bollicine.
PERCHÉ LA MINDFULNESS?
Chiediamo spesso ai bambini di prestare attenzione, ma non insegniamo loro come farlo. Sempre più stimolati e sollecitati, faticano a mantenere la concentrazione, a rimanere focalizzati. Praticare mindfulness li aiuta a stare nel momento presente, che sia l’ora di fare i compiti o di giocare. Completamente aperti all’esperienza.
È una pratica, questa, sempre più riconosciuta come strumento formativo, tanto che negli Stati Uniti e in UK è stata integrata nel curriculum scolastico: aiuta a sviluppare la concentrazione, l’intelligenza emotiva e la consapevolezza di sé e del proprio corpo, così come le competenze relazionali e interpersonali. Riducendo stress e ansia anche nei bambini, la mindfulness favorisce benessere generale e fiducia e, in un sistema educativo spesso incentrato su performance competitive, aiuta a coltivare quella stabilità emotiva indispensabile a scuola, quanto nelle prove della vita.
ATTENZIONE E AUTOREGOLAZIONE EMOTIVA
Ma in cosa consiste esattamente questa pratica? Semplicemente nell’arte di riconoscere cosa c’è nel momento presente. Possiamo essere consapevoli di ogni nostra azione: respiriamo prestando veramente attenzione alle sensazioni del respiro, ascoltiamo una musica sentendo ogni nota, mangiamo un pezzetto di cioccolata assaporandolo con i cinque sensi, camminiamo consapevoli di ogni passo.
Coltivando una risposta appropriata allo stress e agli stimoli della vita, i bambini sviluppano le funzioni esecutive, tra cui la capacità di organizzare i propri compiti, gestire il tempo e prendere decisioni. Diventano meno reattivi e impulsivi, senza perdere spontaneità e spensieratezza, imparando a gestire meglio le emozioni difficili.
HEARTFULNESS E LE 4 G
Ma c’è di più. Mindfulness significa sempre anche heartfulness, perché assieme all’attenzione risvegliamo anche il cuore, coltivando Gratitudine, Generosità e Gentilezza. Diventiamo più empatici e ricettivi, imparando a connetterci agli altri come alberi in una foresta.
Senza dimenticare la quarta G: quella di Gioco, naturalmente.
Dopo il secondo o il terzo incontro, la meditazione sul respiro diventa un piccolo rituale e la condivisione si arricchisce dei racconti “al di fuori del tappetino”. Iniziamo a scoprire che esiste un luogo di calma dentro di noi, dove poter far ritorno sempre. È la nostra casa.
Gradualmente, ciò che apprendiamo seduti in meditazione, rivela il suo potenziale nella vita quotidiana. C’è chi racconta della verifica a sorpresa e di come sia stato utile ancorarsi al respiro per ritrovare calma e concentrazione; chi ogni sera, prima di addormentarsi, poggia un orsetto sul pancino e lo culla inspirando ed espirando; qualcuno ascolta i suoni con così tanta attenzione da notare il suono del gessetto sulla lavagna; chi, infine, compila con gioia il diario della gratitudine, e man mano che il sentimento si espande, non riesce più a stare nell’esercizio dei “tre motivi di gratitudine al giorno”.
Le mamme e i papà, increduli, mi chiedono spesso quale sia la magia. Ed io sorrido perché la vera magia sono proprio loro, i bambini, e la loro capacità innata di vivere pienamente, momento per momento.
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