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Le regole e la disciplina sono tra gli argomenti più spinosi per chi ha che fare con i bambini. Per gestirle saggiamente può essere utile tenere a mente alcune scoperte fondamentali sul cervello e sulla sua crescita. Queste informazioni possono essere un notevole supporto per adottare un atteggiamento che abbassi la tensione e la conflittualità e riesca a fornire ai bambini insegnamenti importanti.

Per tenere a mente queste informazioni (anche nei momenti più esplosivi) possiamo semplicemente pensare che, i bambini, hanno un cervello che si scrive con tre C. Il C-C-C-ervello.

Il cervello sta Cambiando

La prima C ci ricorda che, durante l’infanzia, il cervello sta cambiando. Come in una casa in costruzione il “piano di sotto” (il tronco encefalico e la regione limbica), viene costruito per primo. Il piano di sotto è responsabile delle funzioni primitive e fondamentali: le emozioni intense (rabbia e paura), la regolazione dei cicli di sonno e veglia, la respirazione, e via dicendo. Quest’area è all’origine della reattività: è quella che spinge i bimbi, anche molto piccoli, a mordere o lanciare un giocattolo.

Da rosa, immaturità cerebrale, a viola, completa maturazione.

Se il “piano di sotto” è già vivo in tenera età, il “piano di sopra” è immaturo alla nascita e inizia a svilupparsi negli ani successivi. Questo piano è costituito dalla corteccia cerebrale che “avvolge” i piani inferiori. Il “piano di sopra” controlla più complesse abilità di pensiero, emotive e relazionali che ci consentono di avere una vita equilibrata e ricca di significato. Sono proprio queste le qualità che vorremmo aiutare a costruire nel cervello dei bambini.

Il problema è che ci vuole tempo, e ce ne vuole molto. La dura realtà è che le regioni superiori del cervello completano il loro sviluppo solo intorno ai 25 anni!

Perciò quando notiamo il desiderio che i bambini, fin da piccoli, siano come adulti in miniautra, con un comportamento sempre impeccabile, forse dobbiamo ridimensionare un po’ le nostre aspettative. Questo proprio perché il loro cervello non funziona ancora a “pieno regime”.

Questo non significa, però, rassegnarci e lasciar fare loro tutto ciò che vogliono. Anzi! Il nostro compito è proprio quello di “favorire lo sviluppo della parte superiore del cervello di nostro figlio -e dell’insieme di abilità che queste regioni cerebrali rendono disponibili- e, nel farlo, dobbiamo agire in un certo senso da “cervello esterno” per quanto riguarda le aree poste in alto, collaborando con il bambino e aiutandolo a prendere decisioni che non è ancora del tutto capace di prendere da solo”.

I genitori e gli adulti di riferimento hanno un ruolo fondamentale: fungono da impalcatura per costruire i “piani superiori” del cervello.

Possiamo Cambiare il cervello

Attraverso l’esperienza i bambini costruiscono e consolidano delle vere e proprie strade nel loro cervello

Il cervello può essere intenzionalmente cambiato. Le neuroscienze hanno ampiamente confermato che il cervello è plastico, cioè plasmabile e modellabile. Quello che permette di cambiare strutturalmente il cervello è, semplicemente, l’esperienza. E’ come tracciare delle strade su un prato con l’erba alta: una volta che ne abbiamo costruito una, sarà più facile che venga intrapresa per una seconda volta. Per spiegare questo processo, i neuroscienziati usano un’espressione specifica: “i neuroni che si attivano insieme si collegano tra loro”. Così, ogni volta che si percorre una “strada nel cervello”, si rafforzano le sue connessioni, il solco nell’erba alta si fa più profondo e sarà più facile ripercorrere quel sentiero.

Se esperienze ripetute sono in grado di modificare l’architettura fisica del cervello, diventa ancor più importante scegliere con consapevolezza e intenzionalità le esperienze che facciamo fare ai nostri figli. Come comunichiamo con loro? Come li aiutiamo a riflettere sulle proprie azioni? Cosa insegniamo loro sulle relazioni?

Tutto ciò che hanno intorno e vivono quotidianamente ha un effetto sul loro cervello e quindi, a sua volta, influenza il loro modo di considerare il mondo e interagirvi. L’importanza del proprio ruolo di mamme e papà, per alcuni, può essere sconcertante, specialmente ripensando agli errori commessi. Tuttavia, quello che c’è di buono è che la plasticità neuronale funziona anche in positivo e dura quanto la vita stessa: i nostri bambini sono flessibili e ci offrono sempre una seconda chance di riparare ai nostri errori come genitori. La natura ci progetta in modo intelligente!

Il cervello è Complesso

Il cervello è un organo estremamente Complesso. La “C” della complessità è uno degli aspetti più importanti quando ci occupiamo di disciplina. Come abbiamo già visto il cervello è costituito da molteplici piani, ciascuno dei quali svolge funzioni differenti. Quando i bambini sono in preda alla rabbia o si comportano male, si può fare appello a diverse regioni cerebrali. Come? Scegliendo, come genitori, di agire più consapevolmente piuttosto che reagire d’impulso.

Dal basso: cervello rettiliano, cervello mammifero e neocorteccia.

Immaginiamo che tuo figlio sia nel bel mezzo di un’ingestibile crisi di collera. Verso quale parte del cervello sarebbe meglio indirizzare i tuoi sforzi? Alla parte primitiva e reattiva, oppure alla parte più matura e razionale, che rende possibili l’empatia e la comprensione di sé? Alla parte che funziona come un rettile messo alle strette o a quella che ha le risorse per riacquistare la calma e parlare di ciò che succede?

Ovviamente si dovrebbe fare appello alla ricettività del piano di sopra (la nostra scimmia), invece che innescare la reattività del piano di sotto (il rettile). In questo modo la neocorteccia potrà comunicare con le parti inferiori e moderare l’impulsività e la reattività. Quante più volte attiviamo queste connessioni, quanto più sarà facile per i bambini imparare a gestire le emozioni esplosive.

Se si reagisce al cattivo comportamento con le minacce, sia attraverso le parole che attraverso atteggiamenti che incutono paura (tono della voce, postura del corpo, espressioni facciali), si attivano i circuiti di difesa del cervello rettiliano. Sarebbe come colpire una lucertola: si provocherebbe quasi sicuramente una repentina intensificazione delle emozioni -sia nel bambino che nel genitore.

Di fronte a tuo figlio in una crisi di rabbia puoi fare appello alla parte superiore del suo cervello, più riflessiva, per far sì che insieme riusciate a regolare la parte inferiore, più impulsiva. E più è piccolo più avrà bisogno del tuo aiuto per riuscire in questo processo. Come puoi far appello alla sua parte più riflessiva? Invece di esigere con forza che tuo figlio di cinque anni stia tranquillo puoi invitarlo dolcemente vicino a te e ascoltando mentre ti parla di ciò che lo ha fatto arrabbiare. Quando diamo un nome alle nostre emozioni l’amigdala (responsabile delle intense attivazioni legate alla paura e alla rabbia, con sede nel cervello limbico) riduce la sua attivazione. Inoltre, con questo comportamento, gli fai sentire che lo capisci, restando aperto a un dialogo che favorisca la riflessione e la collaborazione. In questo modo comunichi al bambino che non ci sono minacce, e il rettile che c’è in lui può abbassare la guardia. Così si attivano i circuiti superiori e attivandosi si rafforzano le loro connessioni, e i bambini apprendono progressivamente a calmarsi e autoregolarsi. Inoltre interiorizzano la certezza che tu sei li per loro quando ne hanno più bisogno.

Tratto da: Daniel Siegel, Tina Payne Bryson. “La sfida della disciplina. Governare il caos per favorire lo sviluppo del bambino”

© Daniela Rosadini, 2018

 

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