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L’assaggiatore di tutto

assaggiatoriIl figlio di una mia amica aveva sentito parlare di un signore che di mestiere faceva l’assaggiatore di cioccolato. Per mestiere! Quella sì che era una cosa stupenda.

Pensò piano piano a tutte le cose buone che gli venivano in mente. “Quindi” pensava di nascosto “magari esiste anche un assaggiatore di patatine, un assaggiatore di prosciutto, un assaggiatore di torte!”  La mamma, vedendo il suo entusiasmo ne approfittò: “Tutte le cose belle  si possono degustare, sai? I panini, la pizza e il gelato. Al mondo si può diventare anche esperti del gusto della musica, dei colori e delle stelle.”

Il bambino pensò al piacere di essere preso in braccio, all’odore della cena quasi pronta, a quei mostriciattoli bruttissimi che lo facevano sempre ridere.

L’assaggiatore di tutto

E dentro di sé pensò: “Io forse vorrei fare l’assaggiatore di tutto!”

E’ vero che chi pratica la mindfulness impara a sentire di più?
La pratica della mindfulness guida ad un percorso di consapevolezza che coinvolge tutti i sensi. Un percorso che serve a sentire che sapore ha ciò che accade nel presente in tutti i suoi aspetti. E ad esplorarlo.

L’oggetto su cui si focalizza l’attenzione nella pratica, che può essere anche una semplice noce, viene esplorato attraverso tecniche che possono essere ripetute anche con altri oggetti di attenzione.

Così si allenano il corpo e la mente ad osservare l’oggetto come un insieme di caratteristiche specifiche, che hanno un impatto su di noi, che sia positivo, negativo o neutro.

Non importa quindi la natura di quello che si esplora: in ogni caso è interessante.

assaggiatori di tuttoA volte ci lamentiamo  del fatto che i bambini pensano di sapere che non vogliono mangiare qualcosa prima ancora di averlo assaggiato. Ma non lo fanno solo i bambini: tutti siamo influenzati dagli altri sensi. Si osserva il cibo nel suo aspetto, si sente il suo odore più o meno piacevole. Nello scegliere si mettono in gioco i cinque sensi. E, di base, tendiamo a mangiare solo quello ci ispira o che ricordiamo che ci è piaciuto, escludendo il resto.

Come si può immaginare, è una dinamica naturale, molto simile al nostro panorama interno: non appena entriamo in contatto con un fastidio, non pensiamo certo a gustarlo, ma piuttosto a mandarlo via. In questo senso la mindfulness è rivoluzionaria. Fa scoprire che, per esempio, quando si è costretti a stare in una posizione scomoda e ci si continua ad agitare, il semplice concentrarsi sulla scomodità basterebbe a far cessare il fastidio.

La consapevolezza del cibo con i bambini ha un magnifico effetto: li toglie dai loro pregiudizi: li aiuta a sperimentare prima di giudicare. Insegna a comprendere che tutto può essere sperimentato e che tutto può risvegliare un piacere: il piacere della curiosità.

Io ero un bambino goloso, che avrebbe divorato molto velocemente tutto ciò che si trovava nel piatto. Così mia madre, per aiutarmi a gustare meglio mi ha insegnato a fare il gioco degli ingredienti.

Il gioco degli ingredienti

Il gioco degli ingredienti è un gioco semplice. Si tratta di chiedere ai bambini, mentre mangiano di definire il sapore di quello che stanno mangiando, magari suggerendo degli aggettivi. E poi di riconoscere gli ingredienti che compongono il piatto. A partire dall’ingrediente principale, fino ad arrivare all’ingrediente minuscolo: il prezzemolo, la salvia, il rosmarino, l’origano.

La curiosità per gli ingredienti nei bambini è grandissima e spesso trasforma anche il bambino più inappetente, in un curioso esploratore di cibo e lo aiuta a riconoscere che ci sono cibi che profumano di buono e cibi che profumano di sintetico. Gusti che attraggono e altri che repellono. Gusti che cambiano mano mano che stanno nella bocca.

Che sapore ha il nostro fastidio

Da qui alle emozioni il passaggio è breve: che sapore ha il nostro fastidio? Che sapore hanno le nostre emozioni. Dare ai bambini parole per descriverle è importante perché tutto ciò che non sappiamo definire ci dà agitazione, anche se siamo piccoli. E tutto ciò che sappiamo descrivere ci fa meno paura.

La mindfulness insegna a provare a sentire che sapore ha il nostro fastidio o il nostro dolore, ma anche la nostra gioia, a guardare queste emozioni e i loro effetti come uno chimico guarda un elemento che non conosce o come un assaggiatore di cioccolato osserva una pralina.

Quindi, per diventare “assaggiatori di tutto”, bisogna anche essere pronti ad avere delle sorprese, positive o negative.

Mi viene in mente un cuoco che, se l’odore di un piatto non gli piace, forse ne è influenzato, ma non si ferma: la sua ricerca continua, con tutti i sensi. E’ uno degli aspetti che insegna il metodo mindfulness, sviluppando l’attenzione al corpo e ai sensi, per una degustazione vera delle piccole e grandi cose che il presente ci pone di fronte.

Programmi di Mindfulness one to one

Mindfulness per adolescenti

Mindfulness per bambini. Per informazioni e.mail: niccolo.gorgoni@gmail.com

Libro di lettura per bambini La fabbrica di cioccolato adatto prima e dopo cena!!!

© Niccolò Gorgoni 2016 Foto di © claudia_nicolodi

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