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Immersi fino al collo

Due pesciolini stanno nuotando. Incrociano un pesce più vecchio che nuota nella direzione opposta. Questi fa loro un segno e dice: “Ciao ragazzi. Com’è l’acqua?” I due pesciolini tirano dritto, e a un certo punto uno dei due guarda l’altro e chiede: “Cosa diavolo è l’acqua?”

La “morale della favola” è che i fatti più evidenti della vita sono difficili da vedere, proprio perché vi siamo immersi fino al collo. Prestiamo attenzione e ci distraiamo mille volte al giorno. Lo stesso fanno i bambini. Tuttavia se provate a chiedere loro: “la vostra mente adesso è abbastanza stabile per stare attenti?”, probabilmente la risposta sarà sgomenta, proprio come quella dei due pesciolini di questa storiella.

Fare amicizia con l’attenzione

Spesso diciamo ai bambini di stare più attenti, dando per scontato che sappiano cos’è l’attenzione e come funzioni. In realtà, anche se sono molto bravi a prestare attenzione, non sono ancora abili a regolarla in modo intenzionale. Nei percorsi di mindfulness rendiamo evidente come funziona un’abilità di utilizzo quotidiano. Lavoriamo su e attraverso una capacità che, in modo intuitivo, usiamo già tutti i giorni. Attraverso la pratica di consapevolezza i bambini imparano a capire -esperienzialmente- cos’è l’attenzione e come funziona, inoltre rafforzano i “muscoli” attentivi per tornare attenti dopo una, due, tre, mille distrazioni.

La mindfulness permette di fare amicizia con l’attenzione, di imparare a conoscerla e diventare sempre più abili a:

  • orientare l’attenzione su un particolare oggetto,
  • accorgersi quando si perde
  • riportarla dove vorremmo.

Due tipi di attenzione, due tipi di giochi

La pratica di consapevolezza sviluppa due tipi di attenzione:

L’attenzione tipo spot, un’attenzione focalizzata che aiuta a concentrarci, tenere a bada le distrazioni e realizzare uno scopo a breve termine; e l’attenzione diffusa più aperta e ricettiva.

Nei percorsi di mindfulness ci sono giochi-ancora in cui l’obiettivo è concentrarsi su una cosa sola, escludendo tutto il resto: questi aiutano a sviluppare l’attenzione tipo spot. Questo tipo di attenzione è come un riflettore, un fascio di luce che illumina un solo oggetto.

L’attenzione diffusa, invece, è come un fascio di luce più grande che illumina un’intera esperienza in mutamento, per svilupparla ci sono i giochi di mindfulness.

Attenzione e funzioni esecutive

Entrambi questi tipi di attenzione sono regolati da un complesso di reti neurali collegate tra loro, note come funzioni esecutive. Si tratta di quelle funzioni che controllano il comportamento orientato agli obiettivi, che servono per regolare un processo che va dalla pianificazione mentale all’azione.

Le reti neurali che regolano le funzioni esecutive sono rese più forti dalla concentrazione. E’ proprio attraverso la ripetizione di semplici esperienze che si rafforzano e si creano strutture cerebrali fondamentali come le funzioni esecutive. I neuroscienziati descrivono questo processo con la frase “i neuroni che si attivano insieme si collegano tra loro”. In altre parole i sentieri neuronali sono come quelli che si possono tracciare in un prato: più li ripetiamo e più cresce la probabilità che vengano nuovamente percorsi.

Numerose ricerche scientifiche sottolineano che le funzioni esecutive sono davvero preziose perché sono altamente predittive del successo accademico, sociale ed emotivo, in quanto presiedono competenze trasversali che i bambini usano continuamente (ad esempio ricordare informazioni, spostare e fissare l’attenzione, dimostrare autocontrollo). In parole semplici, queste funzioni sono fondamentali sia per giocare a palla avvelenata, sia per andare bene a scuola, che per portare avanti delle buone relazioni.

Gli studi scientifici sulla mindfulness in età evolutiva sono ancora gli albori ma quelli fin ora pubblicati suggeriscono che mindfulness e meditazione aiutino a sviluppare proprio le funzioni esecutive.

Vuoi far provare i tuoi bambini?

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  • Oppure scrivi a mindfulnessinfamiglia@gmail.com

© Daniela Rosadini, 2018

Tratto da Susan Kaiser Greenland, “Io e te su una nuvoletta”

Fotografie di: Flickr-Eric Schames

 

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