Perché i genitori dovrebbero esser paragonati a camerieri? Magari la similitudine non vi è tanto chiara: forse avete aperto la pagina solo perché il titolo vi sembrava assurdo. Bene, già che ci siete andate avanti.
La prenderò alla lontana, vi chiedo la gentilezza di stare con me per un po’, così riuscirò a spiegarmi. Avete mai fatto i camerieri nella vostra vita? Che sia il vostro lavoro attuale o che sia stato il lavoretto di un’estate, se ce l’avete nel vostro bagaglio di esperienza vi sarà utile. Se non è presente, vi servirà uno sforzo di immaginazione in più.
Che siate genitori o figli (e questo lo siete di sicuro) fate questo gioco con me: fate finta di essere dei camerieri, i protagonisti di questo articolo.
Veniamo al punto. Cosa fa il cameriere?
Serve, si occupa dei tavoli, si cura del cliente. Al contempo si relaziona con la cucina, con i manager, con le figure esterne che hanno scarso contatto con il cliente. Si trova in una delicatissima posizione di congiunzione fra più ambienti, ne prende ciò che c’è di piacevole e spiacevole.
Vedere il viso di un cliente illuminarsi mentre riceve il piatto ordinato potrebbe portare una ventata di aria fresca al lavoro. Se vengono fatti, con un gran sorriso, i complimenti allo chef, è il cameriere a ricevere il tutto, a godersi l’emozione in prima linea. La posizione, sfortunatamente, non cambia quando quello che arriva non è un apprezzamento ma un rimprovero.
Che lo chef sbagli in cucina, o sia il cameriere a sbagliare a dar l’ordine, o ancora se il cliente stesso si confonde o continua a cambiare idea voi siete sempre la solita figura nel mezzo del “fuoco incrociato”. Potreste pagare per errori di altri, dovervi prendere responsabilità che non vi aspettavate. Non serve a molto scoprire chi è il vero colpevole quando si deve cavalcare l’onda del momento: è più utile capire che cosa c’è nel presente e cosa si può fare di saggio per starci al meglio.
Il cameriere, tra l’altro dà più di quanto riceve: è lì per portare qualcosa e poi discretamente lasciare lo spazio necessario al cliente. Presente ma non troppo, disponibile ma non invadente. Questo compito va svolto anche considerando la complessità dei contatti umani: persone piacevoli, spiacevoli, neutre, risorse interne, risorse esterne e via discorrendo.
E quindi?
Perché i genitori sarebbero come camerieri? Essere genitori implica portarsi con sé un bagaglio che in maniera indiretta influenza i propri figli, così come un cameriere deve gestire un dietro le quinte (cucina, dirigenti) che indirettamente influenza anche il cliente.
Il cameriere che ha alle spalle uno staff efficace, un ambiente caldo, un background in cui, considerando anche i naturali screzi, si trova a suo agio, ha un sostegno di un certo tipo per relazionarsi con chi arriva. Vi lascio continuare l’analogia: come può essere per un cameriere relazionarsi con voi quando il direttore è inferocito, il cuoco è malato ed il sostituto è nel panico? Questo è solo un esempio, uno dei tanti.
A prescindere dalle condizioni che stanno alle spalle del cameriere/genitore, ci si ritrova a dover tenere fede al ruolo: dare più che ricevere. Un modo sano con cui il cameriere può relazionarsi al cliente, è quello di servire il cibo con garbo, consigliare, essere presente ma non troppo. Insomma, serve una giusta via di mezzo.
Questo vale anche per il genitore: trovare i giusti compromessi per dare tutto il nutrimento fisico e affettivo che serve. Potreste avere gusti diversi o simili, trovarvi su tutto o su niente e tant’è, siete nella difficile situazione di essere lì, con il vostro bambino. A prescindere da tutte le storie che vi hanno portato a quel momento, a prescindere dal marasma che c’è nella cucina che vi siete lasciati alle spalle, quando c’è il cliente siete lì per ascoltarlo, per prendervi cura delle sue esigenze. Questo non vuol dire darsi oltre il sano, siamo sempre alla ricerca di una via di mezzo. Vuol dire dare il giusto confine.
I clienti rendono bene se paragonati ai figli.
L’idea di base di chiunque si sieda in un ristorante è quella di sedersi e ricevere del cibo. I bambini in un certo senso fanno lo stesso. Hanno bisogno di tanto, hanno fame di vita, di amore, di attenzioni, di sostegno. Potrebbero prendere troppo o troppo poco, chiederlo anche quando la vostra valigia è pesante e la testa è piena. C’è tanto da ricevere e da accogliere, ma molti sono frutti indiretti. Esser genitori è un lavoro a tempo pieno. Serve tanto impegno per poter essere terreno fertile per farli crescere senza pendere verso un estremo, senza temprare con asciuttezza o soffocare con gli eccessi.
I vostri figli si adattano perché voi siete la loro base per entrare ed esplorare il mondo. Più consapevoli sarete, più sarà facile lasciar da parte le interferenze della vostra storia quando non c’è nulla di utile da portare nel momento, nella relazione. Con una mente consapevole e spaziosa passerete sicurezza, fiducia e presenza. Potrete servire un piatto col sorriso, che siate emersi dalla peggiore delle cucine o dalla più accogliente. Sarete come quel cameriere che vi porta qualcosa di nutriente, vi segue senza esagerare e riceve la mancia perché proprio siete stati bene.
Per questo abbiamo incluso incontri di genitori nel nostro percorso
Se i camerieri fanno un pasticcio, avranno altri clienti per rimediare. Se da genitori combinate chissà cosa, i vostri figli non smetteranno di essere vostri figli. Potrete sempre ricominciare da questo preciso momento a vivere più consapevolmente la vostra relazione con loro, sapendo ciò che c’è stato prima, consci di ora, sicuri anche nell’incertezza del dopo.
È importante insegnare la pratica di Mindfulness ai bambini, insegnargli vari modi per prestare attenzione. È essenziale imparare a navigare fra le correnti emotive ed i turbinii mentali, soprattutto per una buona salute psicologica. Voi siete i modelli che i vostri bimbi prendono per crescere sani e forti. Se la pratica di consapevolezza entra a far parte anche della vostra vita, sarà più facile per loro trarne beneficio e sostegno.
Che siate già praticanti o che siate solo curiosi, questo percorso è strutturato per voi come famiglia. La mindfulness va praticata per essere compresa, ma usare similitudini per spiegarla può essere utile. Se siete arrivati fin qua è stato un piacere, vi ringrazio per la generosità del vostro tempo.
©Niccolò Gorgoni, Gennaio 2018
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