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La nostra immagine corporea si costruisce a partire dall’infanzia e si modifica con gli inevitabili cambiamenti legati alla crescita fisica. Sono molte le domande che questo tema apre: per esempio quanto la percezione dell’aspetto fisico influenza alcuni ambiti importanti della vita del bambino e il loro rapporto con il cibo? Come si modifica l’immagine corporea con il sesso e con l’età? Come i bambini vedono il prprio corpo in rapporto al peso?

Il corpo percepito in adolescenza

Diverse ricerche hanno sottolineato come l’adolescenza sia il periodo in cui sono maggiori le insoddisfazioni e i possibili problemi connessi ad una percezione distorta del proprio corpo.Tuttavia l’emergere di disturbi alimentari anche in età preadolescenziale ci fa pensare che alcune distorsioni possano configurarsi già in età precedenti.
Le pressioni sociali verso un’immagine corporea ideale, associata spesso alla snellezza, raggiungono i bambini attraverso la pubblicità e attraverso il ben più doloroso rimando dei loro coetanei. Tanto che il timore di essere sovrappeso è sempre più diffuso e coinvolge bambini di età sempre più bassa, con una prevalenza tra le bambine.

I dati delle ricerche

In numerosi paesi sono state condotte ricerche sull’immagine corporea in infanzia e adolescenza. Ad un campione di bambini (6-11 anni) e adolescenti (12-18 anni) giapponesi è stato chiesto qual’era il loro peso ideale. Il 68% delle ragazze adolescenti e il 41% delle bambine indicavano un peso ideale di gran lunga inferiore alla media, mentre lo stesso gruppo di sesso maschile indicava un peso superiore alla media, come peso ideale.(Ohathahara et alii 1993). Questi dati correlavano anche con l’autostima: per i maschi l’essere magri era connesso ad una minore autostima mentre per le bambine era vero l’inverso e il sovrappeso correlava con una minore autostima.
Una ricerca condotta nel 1991 negli Stati Uniti indica la fascia d’età dai 9 agli 11 anni come quella in cui inizia ad emergere la preoccupazione per il proprio peso, mentre in uno studio relativo agli stereotipi riguardo all’aspetto corporeo, comparirebbe una percezione sfavorevole associata ad un fisico cicciottello già a partire dai 5-6 anni.

Immagine corporea e cibo

Gli studi condotti hanno approfondito in particolare l’ambito clinico delle patologie legate ai disturbi alimentari:alcuni risultati sembrano suggerire che una insoddisfazione per il proprio corpo possa emergere fin dai 7 anni d’età, con la tendenza a porre restrizioni al comportamento alimentare. In una ricerca del 1995 (Wichstrom) è emerso che il principale predittore di problemi legati all’alimentazione non è il sovrappeso ma il senso di obesità percepito, senso che è connesso all’immagine corporea e che indica una dispercezione corporea. Ossia una scarsa consapevolezza del dato realistico relativo al proprio corpo. Sempre nella stessa ricerca è risultato che le adolescenti che tendono a mangiare meno e più velocemente, tendono ad avere un’immagine più negativa del proprio corpo. In una ricerca italiana su un gruppo di ex-obesi trattati con intervento chirurgico e rientrati nei corretti parametri di peso è emerso che l’immagine corporea negativa non risultava variata, malgrado ci fosse la consapevolezza che le alterazioni dell’obesita erano scomparse. A ulteriore conferma del fatto che ciò che viviamo rispetto al nostro corpo è più in relazione con la immagine corporea che con la consapevolezza corporea.

Il corpo in famiglia

Sempre relativamente alle distorsioni nella percezione connessa con la presenza di disturbi alimentari, le ricerche sono tutte concordi nell’individuare una serie di parametri familiari, predisponenti come la riduzione del repertorio comunicativo, la chiusura a stimoli sociali, la difficoltà nel riconoscere gli stati interni, e difficoltà di comunicazione reciproca con la figura materna. Tutti questi elementi confermano l’importanza, nella formazione dell’immmagine corporea, di una buona consapevolezza corporea e di una buona modalità interattiva sperimentata nell’infanzia. Due elementi, la consapevolezza di Sè e laconsapevolezza di Sè con l’altro, che ancorano i nostri processi percettivi corporei al dato di realtà.

Corpo pensato e corpo sentito

La differenza che può esserci tra la nostra percezione corporea e il dato di realtà del nostro corpo inizia quindi già nell’infanzia e si basa su quella distinzione, sottile ma fondamentale, tra pensare al corpo esentirlo. Quello che noi pensiamo e immaginiamo del nostro corpo va a costruire la nostra immagine corporea. Se questi pensieri nascono dall’esperienza percettiva, la nostra immagine corporea sarà realistica e in costante cambiamento. Se invece i nostri pensieri nascono daprocessi rimuginativi, immaginativi o da una quota di distacco dalla realtà, anche la nostra immagine corporea sarà conseguentemente distorta e lontana dal reale. I processi infantili di costruzione dell’immagine corporea sono fondamentali perché costruiscono la base sulla quale appoggiare, da adulti, la nostra esperienza di sè nel mondo. E’ da questa base che nascono le prime esperienze sessuali, il nostro rapporto con il cibo, il nostro ideale di bellezza. Non possiamo trascurare di fare attenzione a come i nostri bambini iniziano a costruire l’immagine corporea, e non possiamo dimenticare che questa immagine corporea nasce e cresce attraverso l’esperienza del contatto con il corpo delle persone che si occupano di loro e che li amano.

a cura di Nicoletta Cinotti

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