Qualche anno fa ho letto un libro molto interessante di Barbara Rogoff, docente di Psicologia alla University of California che ha lavorato in una comunità maya in Guatemala per alcuni anni.
Il libro si chiama “La natura culturale dello sviluppo” e approfondisce quanto la cultura in cui viviamo sia importante per lo sviluppo del bambino.
Parlando con alcune mamme dei bimbi che partecipano ai percorsi di mindfulness che guido, mi è capitato più volte di affrontare il tema della cooperazione e di come il nostro sistema scolastico sia altamente competitivo, laddove la mindfulness crea un maggior senso di connessione e di compartecipazione tra i bambini.
Così, ricordandomi di alcuni passi significativi del libro su questo tema e sulle differenze che esistono tra le diverse culture, l’ho ritrovato ed ecco alcune considerazioni interessanti:
“Le differenze culturali nella cooperazione tra bambini sono evidenti sin da tenera età. I bambini euroamericani, non essendo abituati a cooperare, possono sviluppare un senso di sé rigido, che può essere sottoposto a tensione quando il bambino è frustrato nel raggiungimento dei propri obiettivi. Diversi studi hanno creato una situazione di gioco in cui la cooperazione tra i partner poteva determinare un miglior risultato per tutti. I bambini statunitensi entravano in accesa competizione anche quando ciò significava che nessuno avrebbe vinto. Il senso di competizione può essere così radicato in questi bambini che essi gareggiano anche quando questa strategia impedisce loro di raggiungere l’obiettivo del gioco.
L’osservazione di comportamenti più competitivi tra gli individui scolarizzati può essere vista in relazione al diffuso incoraggiamento alla competizione presente nelle scuole. La scuola spesso ricorre a classificazioni e confronti tra gli individui per regolare l’accesso alle varie opportunità. Molte classi scolastiche, negli USA, sono strutturate in modo competitivo, con gli insegnanti che invitano i singoli studenti a rispondere alle domande, lodandoli o correggendoli davanti a tutti. Al contrario, i valori degli indiani d’America prevedono che solo interi gruppi possano competere tra loro, e che il compito dei singoli individui sia quello di contribuire al successo del gruppo. In Giappone, le lodi si manifestano in forma indiretta e non devono mai mancare di modestia.
Oltre al ricorso a lodi e a classi antagoniste, il contributo della scuola alla competitività e alla propensione a distinguersi individualmente può essere legato anche alla suddivisione dei bambini in gruppi della stessa età. I bambini che trascorrono la maggior parte del tempo con compagni della stessa età tendono a essere più competitivi di quelli che interagiscono con bambini più grandi o più piccoli.”
La mindfulness, che significa sempre anche heartfulness, aiuta i bimbi a coltivare sin da piccoli le qualità del cuore, tra cui generosità, gentilezza amorevole, gioia compartecipe, compassione, amicizia, rispetto e connessione ed invita i bimbi ad interagire con altri bimbi di qualsiasi età.
I percorsi sono infatti rivolti a bambini dai 6 ai 10 anni e il clima che si crea è sempre di amicizia, supporto e condivisione.
Valentina Giordano
Iscriviti al nostro Blog e Newsletter. Leggi l'informativa sulla privacy dei tuoi dati nel nostro sito. In ogni messaggio avrai l'opzione di cancellazione e la tua privacy sarà tutelata dal rispetto delle norme del GDPR.
Si, voglio ricevere via email i nuovi articoli!
Ti sei iscritto! Salva questo indirizzo nella tua rubrica contatti per evitare che le nostre mail finiscano nello Spam