Nella pratica mindfulness, la concentrazione svolge un preziosissimo ruolo: custodisce la mente. Possiamo usare un’immagine per spiegare al meglio il contributo, in modo che sia chiaro tanto ai grandi quanto ai più piccini.
Pensiamo ad un appezzamento di terra immerso nel verde. Con la pratica curiamo la nostra mente quanto cureremmo questo giardino in costruzione. Facciamo ordine, scopriamo quello che c’è, anche se nascosto da sassi o erbacce. Impariamo a curarci di eventuali visitatori inattesi e ci dedichiamo alla cura giornaliera. All’inizio potrebbe essere difficile creare un orto. Quando l’esperienza è poca i semi vengono piantati troppo vicini, o nel periodo sbagliato. Magari qualche cosa attecchisce, qualcos’altro no. Più passa il tempo, più sviluppiamo conoscenza del nostro territorio interno, del nostro giardino. Come tutti i posti all’aperto però, ci troviamo a doverci confrontare con ospiti di ogni genere. Dal più piccolo insetto al grosso cinghiale, senza una recinzione tutto ciò che è “fuori” dal nostro appezzamento può, senza tanti preamboli, farsi una passeggiata all’interno. Qualche visitatore potrebbe portare piacevolezze inattese, ma allo stesso modo potrebbe anche sradicare quello con cui viene a contatto.
È qui che entra in gioco la concentrazione: il nostro recinto, la staccionata che delimita il dentro dal fuori. Più la concentrazione cresce, migliore sarà la qualità di questa protezione dagli agenti esterni. Qualcosa entrerà lo stesso, qualcosa potremmo decidere noi stessi di farlo entrare. Con un recinto saldo non tagliamo fuori il mondo, ci concediamo almeno il tempo di notare chi arriva, preparandoci ad accoglierlo nella maniera più adeguata.
Come possiamo coltivare la concentrazione?
Nella pratica possiamo sviluppare questa qualità mantenendo la presenza mentale su un oggetto solo, come il respiro o le sensazioni del corpo. Questo è un buon metodo quando la mente è pigra e dispersa. Rafforziamo l’intenzione e con un po’ più di energia pratichiamo saldi su ciò che abbiamo scelto. Quando invece la mente è calma e aperta, la concentrazione si rafforza anche dal semplice dare attenzione a più oggetti in contemporanea, momento dopo momento.
È di grande importanza la cura con cui costruiamo la nostra recinzione, con cui lavoriamo sula nostra concentrazione. Ci vuole la giusta via di mezzo: nè troppo rigidi nè troppo laschi. Il giusto grado di flessibilità è quello che ci permette di stare con il divenire dell’esperienza. Se vogliamo far entrare qualcosa di grande nel nostro giardino diventa difficile accogliere quando abbiamo costruito la grande muraglia!
©Niccolò Gorgoni (Scrittore anche per Mindful Torino)
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