Questo articolo nasce dall’integrazione tra le buone prassi educative che Sarah Rudell Beach offre per insegnare mindfulness ai bambini e il libro di jon Kabat Zinn e sua moglie Myla “Genitori consapevoli”
Sappiamo che la mindfulness fa bene. Per questa ragione è spontaneo pensare di offrire la mindfulness ai propri figli. Jon Kabat Zinn e la moglie hanno scritto un libro, tradotto in italiano “Il Genitore consapevole” proprio per condividere la loro esperienza di genitori mindful. Qualche anno fa è uscito anche il libro di Dan Siegel e Mary Hartzell, tradotto in italiano con “Errori da non ripetere” per mettere insieme neuroscienze, teoria dell’attaccamento e atteggiamento mindful, nell’educazione dei propri figli.
Sappiamo che la mindfulness ci fa bene
Sappiamo che la pratica di mindfulness ha tanti effetti positivi, sia sulla salute fisica che emotiva. Una delle ragioni per cui può essere importante per la salute delle nostre relazioni è proprio perché diminuisce la nostra reattività.
Molte ricerche dimostrano anche i suoi benefici effetti sui bambini e sugli adolescenti, proprio perché migliora la capacità di prestare attenzione, di calmare l’agitazione e di dare strumenti per prendere decisioni migliori
Da dove iniziare?
La prima cosa è…praticando! Non possiamo davvero pensare di usare qualcosa per gli altri che non saremmo disposti ad usare per noi. Praticare mindfulness permetterà di comprendere le difficoltà e i vantaggi di una pratica regolare. Permetterà anche, qualche volta, di praticare insieme. Possiamo farlo in maniera formale e informale, in modo da tenere la nostra attenzione in ciò che stiamo facendo, momento per momento. Forse facciamo già moltissima pratica informale….
Le aspettative
Uno degli aspetti principali della mindfulness è proprio quello di lasciar andare le nostre aspettative per aprirci alla ricchezza dell’esperienza, momento per momento. Questo è particolarmente importante se deciderete di proporre la mindfulness ai vostri figli. Lo fate perché desiderate eliminare i loro capricci? oppure per calmare un bambino irrequieto? Se è così potreste rimanere delusi. Sicuramente uno degli effetti collaterali della mindfulness è quello diregolare le emozioni ma lo fa percorrendo la strada dell’accettazione di ciò che è presente, nel presente della propria vita. Quindi l’attenzione è ad accogliere prima che a modificare. A lasciare spazio e tempo per il cambiamento, anziché a spingere in una direzione precisa. Lo scopo della mindfulness è quello di portare la consapevolezza alle esperienze interiori ed esterne, per riconoscere che i nostri pensieri sono “solo” pensieri, per comprendere come le emozioni si esprimono nel corpo, per accorgersi del vagare dell’attenzione e per offrire strumenti per padroneggiare gli impulsi. Non è però una panacea e nemmeno una formula magica. Inoltre i bambini sono bambini e hanno diritto ai loro capricci, alla loro esuberanza, alle grida e al movimento. Quindi niente mindfulness per sbarazzarsi dei normali comportamenti infantili!
Questo comporta anche che i bambini non vanno forzati a praticare. Se sono interessati a fare qualcos’altro va benissimo. Si può iniziare sotto forma di gioco: per esempio ascoltando il suono delle campane fino a che il suono non svanisce. Oppure suonare dei cimbali e chiedere di ascoltare il suono fino alla fine.
Ma veniamo ai 10 consigli di LeftBrainBuddha!
1. Rendi semplici le cose. Con i bambini più grandi e con gli adolescenti è possibile spiegare cosa significa mindfulness, usando la definizione classica di Kabat Zinn “Mindfulness è portare l’attenzione al momento presente, momento per momento, intenzionalmente e senza giudicare”. Ma con i bambini più piccoli sarebbe una definizione troppo complessa. Per quello potrebbe essere sostituita dal notare i propri pensieri, dal sentire le emozioni come sono nel corpo. Oppure l’ascolto del panorama sonoro, con tutti i suoni – e il silenzio – che lo compongono.
2. Ascoltare le campane. Negli stati uniti è stato portato avanti un programma nelle scuole in cui ai bambini, in classe, veniva proposto ogni giorno un momento di pausa, ascoltando il suono delle campane. Il programma ha dimostrato significativi miglioramenti nei livelli di attenzione, tanto che la sua diffusione sul territorio nazionale è stata molto ampia. Noi possiamo sostituirlo con l’ascolto del suono delle nostre campane, che abbiamo ancora la fortuna di avere come segnalazione dell’ora. Oppure suonare una campana da meditazione e chiedere l’attenzione al suono fino a che non svanisce. Richiede un tempo brevissimo (di solito dai 30 sec. a 1 min.). I suoi effetti sono incoraggianti!
3. Il rito della sera. Il momento di andare a letto è un buon momento per la pratica mindfulness. Può essere usato per un breve Body Scan, in cui accompagniamo i bambini a portare l’attenzione a tutto il corpo, parte per parte, iniziando dal piedi sinistro (Chi ha praticato il Body scan sa che resistere al sonno è quasi un’impresa!)
4. L’attenzione al respiro. Portare attenzione al respiro per un bambino può essere un concetto un po’ astratto. Ma se chiediamo loro di sentire la loro pancia che sale e che scende, magari mettendo un peluche sulla pancia,mentre stanno sdraiati sul pavimento, la loro attenzione sarà molto più focalizzata. In un’unica azione avremo dato loro uno strumento di self management e di consapevolezza del respiro, come spiega Daniel Goleman nel suo video
5. Camminare mindful. Fare una camminata consapevole può diventare facilmente un gioco. Per un tempo breve, un minuto per iniziare, possiamo proporre di camminare in silenzio portando l’attenzione all’ambiente che ci circonda, con suoni, odori. Poi per un minuto l’attenzione alle sensazioni del corpo che cammina….e dopo un po’ di tempo, un minuto alle sensazioni interne ed esterne!
6.Imparare a dire grazie. Credo che tutti i genitori passino molto tempo ad insegnare ai propri figli a dire “grazie”. Lo fanno perché riconoscono l’importanza di questa piccola parola. Possiamo fare un passo in più. Possiamo chiedere, alla fine della giornata, se c’è qualcosa per cui hanno provato gratitudine. In questo modo insegniamo loro a connettere la parola grazie con il sottostante sentimento di gratitudine per l’abbondanza nelle nostre vite. Possiamo farlo in qualsiasi momento e, soprattutto, possiamo partecipare anche noi alla pratica! Provare gratitudine è il miglior antidoto rispetto all’avidità e alla mente piena di desideri di adulti e bambini.
7. I supereroi! Spesso i bambini sono affascinati dai supereroi. Alcuni supereroi hanno delle abilità sensoriali molto sviluppate. Perché non usarli come stimolo per “sviluppare i sensi”? E’ un esercizio che può essere fatto mangiando, per esempio. Mio figlio era un gran mangione. Per aiutarlo a gustare quello che mangiava, durante il pasto gli chiedevo di indovinare gli ingredienti della ricetta. Giusto per fare un esempio (Oggi è un gran cuoco!)
8. Meditate con i vostri bambini. E’ vero che meditare richiede una situazione di tranquillità. E’ anche vero che vederci meditare, per i bambini, è uno stimolo a partecipare anche loro. Così, qualche volta, perché non condividerlo?
9. Il tempo della settimana. Nel corso delle nostre giornate proviamo molte emozioni diverse. Siamo come il tempo: a volte nuvolo, a volte soleggiato, a volte instabile. Aiutare i bambini a pensare alle loro emozioni come al tempo può essere un modo per aiutarli a non identificarsi troppo con le loro emozioni. Può anche essere un gioco collettivo: fare un cartellone in cui tutti disegnano “L’umore del giorno”.
10. Pasto mindful. L’esercizio dell’uvetta può essere fatto facilmente con i bambini e può essere fatto con tantissimi altri alimenti. Basta essere consapevoli che il tempo deve necessariamente essere ridotto (5 – 7 min.). Può essere un modo divertente per giocare insieme alle tante sensazioni del cibo.
Ma soprattutto, concludendo, non dimentichiamo mai che il modo migliore per stabilizzare l’attenzione dei nostri bambini è…giocarci insieme essendo emotivamente presenti!
Insegnare la mindfulness ai propri bambini gli aiuta a sviluppare la capacità di regolare le emozioni e di concentrazione
Mindfulness one to one a Genova con bambini e adolescenti e.mail:niccolo.gorgoni@gmail.com
Programmi Mindfulness per bambini con Niccolò Gorgoni e Daniela Rosadini. Per info e.mail: rosadini.daniela@gmail.com
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© Nicoletta Cinotti 2016
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