Uno degli stereotipi moderni sull’infanzia dipinge questa fase della vita come connotata unicamente da spensieratezza e leggerezza, piena di giochi e lunghe vacanze, sicurezze familiari e amici fidati. Sicuramente la maggior parte dei bambini che abbiamo intorno sono felici e tranquilli. Tuttavia sono molti i problemi che “pesano” sulle loro spalle, tante le fatiche che affrontano ogni giorno. Per di più, a volte, i loro segnali di stress non sono chiaramente compresi dalle figure educative in quanto i “campanelli d’allarme” non sono sovrapponibili a quelli degli adulti.
Generation Stress
Per fare un po’ di chiarezza proviamo a dare una breve definizione del concetto di stress.
Selye (1976) definisce lo stress come una “risposta aspecifica dell’organismo ad ogni richiesta effettuata su di esso”. Questo meccanismo ci permette, quando ci troviamo di fronte a un compito o a una situazione difficile, di attivarci per far fronte a ciò che abbiamo davanti. Si tratta, quindi, di una risposta utile, selezionata nell’evoluzione della specie per spendere l’energia in modo adattivo.
Le difficoltà sorgono quando valutiamo tutto ciò che ci sta attorno come un problema insormontabile, soprattutto se questa condizione si protrae nel tempo. La situazione si aggrava se siamo costantemente in balia di “pensieri stressanti”. Infatti l’uomo, in quanto essere pensante, attiva la risposta energetica dell’organismo non solo quando “vede il leone”, basta la previsione o il ricordo di esso.
In contrapposizione allo stereotipo di “infanzia spensierata”, l’American Psychological Association (2013) evidenzia come i bambini del nostro tempo si confrontino con una quantità decisamente maggiore di stress rispetto alle generazioni precedenti.L’APA definisce la generazione attuale come “generation stress”, a indicare come il sistema sociale produca una quantità enorme di frustrazioni da fronteggiare e risolvere ogni giorno.
Quali sono i fattori che contribuiscono a aumentare i livelli di stress dei bambini?
I cambiamenti
Durante lo sviluppo sono molti i cambiamenti che i bambini devono affrontare. Talvolta si possono trovare di fronte a eventi imprevisti e di maggior entità come il divorzio dei genitori o la morte di un membro della famiglia. Tuttavia anche gli eventi “minori” possono essere difficili da gestire. Doversi trasferire in un altro quartiere, avere un problema con i compiti scolastici, ottenere un brutto risultato nello sport o fronteggiare una situazione relazionale complessa possono rappresentare una condizione stressante per molti adulti, lo sono ancor più per i bambini. Le loro risorse per fronteggiare questi eventi sono ancora in “fase di costruzione” e per quanto cerchiamo di aiutare i bambini ad affrontare la quotidianità è normale che si scontrino con qualche frustrazione.
Mancanza di libertà di azione
Anche in assenza eventi stressanti specifici i bambini vivono in una condizione esistenziale particolare: sono soggetti a regole imposte da altri, a volte vengono puniti senza comprendere a pieno il perchè, non hanno diritti sul denaro e sulla proprietà e hanno poca scelta di come gestire il proprio tempo.
Questa mancanza di libertà di azione molto spesso è un grande fattore di stress e li porta a subire passivamente le routine giornaliere senza la consapevolezza di quello che stanno facendo. Le attività di ogni giorno possono essere sperimentate come vuote catene di montaggio, fino a mettere da parte l’aspetto ludico dello svago in favore di una sensazione di “dover fare le cose”, magari anche di “doverle fare bene”.
Iperstimolazione e perfezionismo
Molti bambini sono stressati dalle molteplici attività extrascolastiche: sport, arte, lingue e via così. Per quanto queste possano essere preziose per la loro formazione, a volte, finiscono per riempire tutto il loro tempo, togliendo spazio a momenti di svago autentico. Per di più, spesso diventanto nuove arene prestazionali, dove inseguire standard performativi sempre più elevati: un’ulteriore fonte di stress per i più piccoli.
Stress dei genitori
Spesso gli adulti credono che i bambini non siano consapevoli delle tensioni intorno a loro, che siano immuni da esse. Anche se non comunichiamo verbalmente le nostre preoccupazioni ai bambini, perchè vogliamo proteggerli o perchè riteniamo che non siano ancora in grado di capirle, è fondamentale tenere a mente quanto siano eccezionalmente sensibili ai cambiamenti che avvengono attorno a loro, specialmente quando riguardano le reazioni genitoriali. Vedere un genitore stressato o preoccupato senza sapere il perchè può essere ancora più destabilizzante per un bambino: è importante gestire queste situazioni con molta saggezza!
Differenze individuali: temperamento ed età.
I bambini possono essere molto diversi tra loro nella capacità di gestire lo stress e le diffiicoltà di ogni giorno: alcuni si adattano più facilmente ai cambiamenti, altri sono maggiormente suscettibili a ciò che accade.
Sicuramente l’età contribuisce a determinare quanto risulterà stressante una determinata situazione: per un bambino di prima elementare sarà faticoso cambiare insegnante a metà anno scolastico mentre non sarà lo stesso per un bambino di quinta; al contrario per una bambina piccola può essere un problema secondario avere un brutto taglio di capelli mentre probabilmente non sarà così per una bambina di prima media.
Le modalità con cui un bambino risponde allo stress dipendono anche dal suo temperamento. Il temperamento è l’insieme di tratti che contraddistingue ciascun individuo fin dalla nascita, in certi aspetti già nella vita intrateurina. Alcuni bambini si dimostrano fin da subito facili da calmare, propensi ad adattarsi al ritmo sonno-veglia-alimentazione; altri invece hanno livelli di attivazione più elevati e sono più difficili da contenere. Questi tratti, con una grande componente innata, continuano ad avere il loro peso nel corso dello sviluppo, anche nel modo di perceprire e di far fronte allo stress.
Un altro elemento importante è il livello di sviluppo cognitivo ed emotivo. Infatti la capacità di comprendere ciò che sta accadendo, di dare significato alle situazioni stressanti, nonchè la possibilità di riconoscere e regolare le emozioni correlate sono fondamentali nel fronteggiare lo stress.
Quali sono gli effetti dello stress nei bambini?
La perdita di una gestione adeguata delle risposte allo stress, specie se protratta, può avere molti effetti collaterali, che possono diventare persistenti e condizionanti. Le conseguenze più comuni sono:
- sbalzi di umore,
- problemi di attenzione e concentrazione,
- ansia,
- aggressività,
- iperattività,
- difficoltà di memoria a breve termine
- problemi legati alle funzioni dell’apparato gastrointestinale e respiratorio,
- indebolimento del sistema immunitario
- disordini del sonno
- variazione dell’appetito
- riduzione del rendimento scolastico
La Mindfulness per bambini
La Mindfulness è uno stato mentale di auto-regolazione dell’attenzione e un’attitudine generosa verso i propri stati mentali che consente di prendere consapevolezza dei pensieri, delle emozioni e delle sensazioni, di osservarli senza giudizio e di elaborare risposte consapevoli e appropriate piuttosto che produrre risposte automatiche e caotiche.
La letteratura scientifica dimostra come questa pratica sia in grado di migliorare il benessere generale dei bambini riducendo i livelli di stress, ansia, reattività e i comportamenti distruttivi. Produce miglioramenti nella qualità del sonno, dell’autostima, nella capacità di gestire il comportamento e le emozioni, nella consapevolezza di sè e nell’empatia (Burke, 2009; Harnett e Dawe, 2012).
Come inizare?
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È più facile crescere bambini forti che riparare uomini rotti. Frederick Douglass
Bibliografia: Antonella Montano, Silvia Villani (2016). Programma Mindfulness il fiore dentro. Eclipsi
Fotografia: Megan Skelly
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